di #viaggi, #viaggiare e #viaggite..
I giorni passati ho trascorso un meraviglioso weekend a Roma e sulla via del rientro ho fatto tappa a Siena. Queste...
Essere mamma nel 2019 non è affatto facile.
Intendiamoci, non ho mai pensato potesse esserlo.
Tutt’altro. Ho sempre avuto più empatia per gli animali che per i cuccioli d’uomo, prima della mia ne avrò preso in braccio soltanto uno e con una goffaggine esagerata.
Ma uno dei motivi per cui avrei “tardato volentieri” l’arrivo di un figlio era il terrore di non poterlo crescere.
Io sono una mamma lavoratrice ( che noi mamme si sa lavoriamo dentro e fuori casa ) ma ne vengo da una generazione in cui è stata mia mamma a crescermi poiché era a casa dedita alla famiglia.
La figura genitoriale è molto importante nella crescita di un bambino, soprattutto quella materna.
Ed io sono eternamente sospesa tra attimi rubati, corse frenetiche e ti voglio bene ripetuti all’infinito.
Il sistema probabilmente non l’ha capito appieno però.
Da un lato ti propina un allattamento esclusivo finché madre e figlio lo vogliono, dall’altra ti sbatte 5 mesi dopo il parto con le gambe sotto la scrivania.
Eh no, oggettivamente c’è qualcosa che non va!
Personalmente, da dipendente di un’azienda medio piccola, ho deciso di utilizzare tutta la maternità facoltativa attaccandola ai 4 mesi di obbligatoria.
Se considerate che ho deciso di lavorare fino ad un mese prima della gravidanza, e ho partorito 20 giorni prima della data presunta di parto, praticamente una volta finito di lavorare dopo pochi giorni ero in sala parto.
Credo sia stata la scelta più giusta che potessi fare, e lo consiglio.
Non li avrei mai utilizzati quei mesi in futuro, perché qualunque lavoratore con un po’ di scrupoli non si prende mesi a caso di ferie, lasciando i colleghi nella bratta.
E poi, poter trascorrere un anno intero di vita insieme al proprio figlio non ha prezzo.
Cosa manca ad una mamma? Il tempo.
Personalmente mi trovo sempre divisa tra le cose che vorrei fare e quelle che devo fare.
Cresciuta a suon di “prima il dovere e poi il piacere” scandisco la mia giornata tra le esigenze di mia figlia ed il lavoro, la casa ( quando ci arrivo! ) e poi quando forse potrei avere il tempo di un buon libro o scrivere post ( quante idee durante il giorno nella testa ), i miei occhi si sono già chiusi.
Ma questa è la storia di molte di noi. Non voglio tediare nessuno.
Però cavolo, possibile che dal volere la parità dei sessi ci siamo ridotte così?
Ad avere poco tempo per i figli e addirittura nulla per se stesse?
Mia figlia viene prima di tutto.
Questi sono gli anni in cui bisogna stare accanto ai figli, guidarli ed educarli, esser il loro faro.
Arriverà il giorno in cui spiccheranno il volo come è giusto che sia.
Lavorare full time ed avere una famiglia è conciliabile solo se :
Non fraintendetemi, lavorare per la donna è un bene, per la propria indipendenza, non solo economica ma soprattutto come persona.
Sarebbe necessario un equilibrio differente tra famiglia e carriera, il sistema attuale andrebbe rivisto.
Interessante è il punto di vista di Elena che racconta sul suo blog “The YummyMum” quanto sia importante dividere i compiti familiari tra moglie e marito
–> https://www.theyummymom.com/2017/05/la-felicita-di-coppia-nella-divisione-dei-compiti-familiari.html
Essere mamma nel 2019 significa diventare supereroi per i nostri piccoli.
Vuol dire ritornare bambine insieme a loro, riscoprire l’arte del gioco, il valore della parola data e l’importanza dei piccoli gesti.
Essere mamma significa sapere che un pezzo del proprio cuore è fuori dal proprio corpo e lo sarà per sempre.
Noi mamme ci nutriamo di piccole mani e piedini dolci, bacini.. capricci e anche di perché ripetuti all’infinito.
Essere mamma è un viaggio, il più bello.
Arriviamo a sera stanche, ma basta vedere un loro sorriso e tutto passa.
Si, essere mamma è un privilegio speciale.
Se ho aperto un blog ( ormai cinque anni fa ) era per parlare di me ( non troppo eh! ) e soprattutto di tematiche a me molto care.
Avevo una sana voglia di condividere i miei pensieri in rete.
Era il 2013 e non c’erano tutti i blog ed il marasma di social che affollano il mondo online oggi.
Spero ( non abbiatemene ! ) che questa bolla di sapone gigante, fatta di igers che si spacciano bloggers e quant’altro scoppi e si ritorni ad un equilibro differente.
Tra i temi a me più cari ci sono ovviamente i viaggi, e dal 2015 tutto ciò che ruota attorno al family e alla vita da mamma.
Anche se in questo blog l’essere mamma forse ha preso poco piede.
Un po’ perché non mi piace categorizzare cose e persone con un’etichetta, un po’ perché questo blog è nato per raccontare non chissà cosa, ma i nostri viaggi di coppia.
Credo però sia giunta l’ora di dare un po’ più voce a questo target del blog, perché in tre anni e mezzo posso dispensare alcuni consigli per le mamme in rete.
Commenti
24 CommentiAnnalisa
Feb 19, 2019Guarda, io sono mamma da 5 anni, e ho dovuto e voluto lasciare il lavoro che tanto mi piaceva. Ero una wedding planner, ma gli orari lavorativi erano devastanti. Non potevo delegare nessuno, tantomeno avrei fatto crescere mia figlia con una babysitter, per regalare lo stipendio a lei. Tanto valeva stare a casa e crescermela io, serena, consapevole della mia scelta. Certo economicamente stiamo bene, io lavoravo per piacere mio, e per togliermi qualche sfizio in più. Ma mi metto nei panni di chi di lavorare ha seriamente bisogno, e non si può permettere una baby sitter. Lo stato non ci aiuta per niente. Non è facile per noi mamme riuscire a coniugare tutto.
Daniela M.
Feb 20, 2019Quoto quanto scrivi. Per fortuna anch’io non lavoro perché devo, potrei anche stare a casa o aiutare il mio compagno ma non lo trovo giusto. Io a casa non riuscirei a stare.
Secondo me la donna “deve” lavorare, deve avere una sua indipendenza economica e personale.
Chiaro, questo comporta alcune rinunce. Ci vorrebbe il giusto equilibrio.
Arianna
Feb 20, 2019Mi ha incuriosito il tuo articolo e fatto molto riflettere. Io sono una Non mamma per scelta credo anche a causa di tutto quello che sta dietro il difficile connubio tra lavoro, famiglia e se stessi. Sono scelte di vita, ma a volte è il contesto a scegliere per noi.
Daniela M.
Feb 20, 2019Ti capisco in pieno. Nel mio caso il destino è venuto a bussare un po’ in anticipo, con più consapevolezza potrei esser esattamente come te!
Valeria
Feb 21, 2019Anche io mamma di bambina di 5 anni, con un ruolo lavorativo di grande responsabilitá, da due anni sbattuta a lavorare in un’altra regione, viaggio per 5 ore al giorno. Immagina cosa mi resta per la mia famiglia e soprattutto per me. Concordo, realizzare veramente politiche a sostegno delle famiglie significa trovare una vi diversa per conciliare I tempi lavoro famiglia, promuovendo ad es. lo smartwork o almeno dando garanzie territoriali.
Daniela M.
Feb 21, 2019Non oso immaginarlo.. Tra l’altro non siamo poche !
Dani
Feb 24, 2019La nostra società non favorisce affatto la famiglia… poi ci si stupisce del fatto che la gente non fa più figli 😒
Daniela M.
Feb 25, 2019già :-(!
Giovy
Feb 26, 2019Io non sono mamma per mia pura scelta personale e dico sempre che voi genitori siete davvero degli eroi dei nostri tempi.
Daniela M.
Feb 28, 2019<3
anna di
Feb 27, 2019Ho letto e riflettuto su queste tue righe. Io non ho figli per scelta mia e di mio marito, e non me ne pento. Mi piacciono i bambini, ma so che non sarei in grado di lavorare e seguirli come vorrei. Per me la difficioltà sta proprio nel trovare un giusto equilibrio fra il piccolo, la famiglia e se stessi. Credo che essere mamma nel 2019 sia molto piu difficile che nel passato, credo che le mamme di oggi siano veramente delle eroine.
Daniela M.
Feb 28, 2019Ti posso assicurare che in effetti non è semplice, bisogna creare un nuovo equilibrio tra moglie, marito, figli, lavoro e i parenti.. Non è semplice 😀
Lucy
Feb 27, 2019Io non lo so davvero chi sceglie di essere genitore oggi come faccia. Come hanno scritto altre prima di me, vi vediamo come dotate di superpoteri! 🙂 Ti ringrazio anche per aver parlato della maternità come di una bella scelta (quando questo è possibile) e non come di una missione a cui tutte le donne indiscriminatamente sono chiamate (è il pensiero di ancora troppe persone e non aiuta nessuna donna!) 🙂
Daniela M.
Feb 28, 2019Ah no, per carità missione proprio no, non posso tollerarlo ahahahah 🙂
Raffaella
Feb 28, 2019Una neomamma come me non poteva non entrare a leggere questa interessante riflessione. Sono una lavoratrice autonoma in Spagna e mamma da poco più di 2 mesi. La questione tra lavoro e maternità anche qui è annosa e complicata. Soprattutto per me che non ho nonne, zie o sorelle a disposizione. Per fortuna la nascita del mio bimbo è coincisa con l’anno sabbatico che sognavo di prendere da tanto!
Daniela M.
Feb 28, 2019Goditelo più che puoi 🙂 te lo consiglio vivamente!
Sara
Mar 6, 2019Io non sono una mamma e posso solo capire vedendo le mie amiche mamme e lavoratrici quanta fatica facciano a far funzionare casa, famiglia, lavoro e figli..
Quindi complimenti alle donne di oggi, siete solo da ammirare!
Daniela M.
Mar 7, 2019Grazie 🙂 però sentirsi eroine per far figli oggi lavorando è davvero il colmo!!
Paola
Mar 12, 2019Come te credo che la maternità dovrebbe essere molto più lunga. Anche io sto cercando di passare più tempo possibile con mio figlio – scelta obbligata perché sono una madre single, ma anche voluta – e credo che una donna debba poter essere libera di prendersi una “pausa” di almeno un anno. Che poi pausa non è perché io ero meno stanca quando facevo ore e ore di straordinari in ufficio 🙂
Inoltre bisognerebbe lavorare per conciliare davvero i tempi famigliari con quelli lavorativi perché una donna serena e soddisfatta è sicuramente una mamma e una lavoratrice migliore.
Daniela M.
Mar 13, 2019Parole Sante!
Veronica
Ago 9, 2019Io ho paura di diventare mamma, lo ammetto. Ho paura di crescere un bambino in questo mondo, di non farcela proprio per mancanza di tempo tra lavoro e conciliare tutto. Eppure leggendo la tua esperienza mi sono tranquillizzata un po’. Grazie 🙂
Daniela M.
Set 17, 2019Le stesse paure che avevo io.. paure che per fortuna si evolvono, cambiano e si superano.. Certo non è facile incastrare tutto, se si lavora full time si ha bisogno di supporti!
Sara
Ago 26, 2019Che bello leggere per caso Daniela, e che spunto per una inaspettata esigenza di parlare. Mi chiamo Sara, ho 33 anni e due bambini stupendi, uno di tre anni e mezzo e una di undici mesi. Sono una lavoratrice autonoma, avvocato, molto determinata e molto combattuta. Dopo anni (dal 2011) di onorato servizio per grandi law firms internazionali, dopo anni di compensi inferiori ai miei colleghi maschi, dopo anni di azioni dimostrative volte a convincerli che mamma-avvocato vuol dire più concentrazione, efficienza e responsabilità, dopo mirabolanti incastri tra nidi, appuntamenti, trasferte, corse per arrivare in tempo all’uscita, con lotte (fisiche e non ideologiche) contro scioperi dei mezzi pubblici, dopo aver finanziato taxi, tram, per recuperare a scuola i beni più preziosi della mia vita, rassegnata ad una società che non ammette che siano i papà ad occuparsi della gestione della famiglia; dopo serafica sopportazione del perfido maschilismo che ha fatto pensare ad alcuni miei colleghi (per lo più donne) di potersi permettere commenti sui contraccettivi, e su assurde mancate richieste di autorizzazioni ai superiori all’avvio della mia seconda gravidanza, quasi la mia piccola non fosse stata la cosa più cercata e fortunatamente arrivata, o fosse stata uno sgarro ai colleghi, ho deciso liberamente di non contribuire più alla crescita di strutture poco welfare e di avviare (a 4 mesi dal secondo parto) la mia attività, con grandissimo sacrificio mio e di mio marito, ma grandissime soddisfazioni. Oggi posso dire che non ho la minima idea di come ci si possa sentire a stare di diritto a casa con i propri piccoli, ma posso dire che la mia è stata una scelta consapevole. Stanca di attendere fasulle tutele (il ddl 428 con cui si poteva discutere della configurabilità di un contratto di lavoro subordinato anche per gli avvocati “collaboratori” di altri studi è fermo e dimenticato in Parlamento dal 2018) ho deciso di dare una sorellina al mio piccolo e ho messo in atto un progetto per la mia esclusiva e autonoma tutela, anche intellettuale. Sono sempre combattuta tra la necessità di stare con i miei bimbi e l’esigenza di lavorare e portare avanti la mia missione professionale. Ho lavorato quasi fino al parto e tornata a casa ogni riposino dei miei piccoli era l’occasione per accendere il pc, aggiornarmi e seguire il lavoro. L’avvio del mio Studio non è stato facile. Sono tanti i sacrifici miei e della mia famiglia, ma tanta la soddisfazione e devo dire grazie a mio marito, grazie perchè ha cercato un lavoro più vicino a casa che inizierà a settembre abbandonando 13 anni di anzianità, grazie all’azienda che lo ha assunto e stranamente ha capito le esigenze di mio marito che ha prospettato la necessità di essere a casa alle 17.45 con i suoi bambini, grazie ai miei genitori che seppur lavoratori a tempo pieno quando possono ci sono sempre per aiutarmi a crescere i nipotini nel clima più sereno e felice possibile. L’Italia non è un Paese per mamme lavoratrici, ma il diritto al lavoro è sacro per le donne che ne sentono l’intima esigenza, come elemento caratterizzante della propria persona. Il consiglio che io do è quello di lottare il più possibile per sopperire ai pochi aiuti che lo Stato e la società danno alle donne. Non temete donne, dopo il parto (anche cesareo come i miei) capiamo la vera forza di cui siamo dotate. Se il lavoro è un Vostro desiderio ed esigenza urlate a gran voce che è così, ridete alle battute vessatorie di chi vorrebbe intimidirVi al rientro a lavoro dalla maternità, stringete la mano a chi critica e parla alle Vostre spalle perchè Vi state prendendo un permesso per portare dal dottore il Vostro piccolo, o perchè avete goduto di tutta la maternità facoltativa. D’altronde, l’ignoranza e l’invidia sono brutte piaghe e chi ne è affetto va compatito. Per chi è dipendente è possibile dimettersi nell’anno di età del bimbo e ottenere la Naspi. E’ una tutela o una previsione maschilista di sfiducia nella donna lavoratrice? Per chi davvero vuole restare di più a casa con i propri figli ma avrebbe la possibilità di rientrare in un posto di lavoro appagante, sereno e tranquillo è una tutela alla maternità, per chi invece sceglie di dimettersi per evitare di sottostare a mobbing di capi e colleghi, per i costi esorbitanti da sostenere tra scuole, baby sitter non compatibili con uno stipendio basso (certamente più basso di quello degli uomini)… beh non mi sembra una vera tutela o meglio, non è la giusta tutela.
Purtroppo non sempre basta la nostra grandissima forza di volontà, ma consiglio di non rinunciare mai a lottare in partenza. Pensate che siamo tutte in buona compagnia e alle volte basta confrontarsi su un blog per darsi nuovo coraggio.
Daniela M.
Set 17, 2019Grazie Sara per aver condiviso la tua esperienza! Credo che il lavoro nobiliti l’uomo e la donna e in tal senso la donna non è tutelata quando diventa mamma.