Andare per castagne a Genova e dintorni con bambini
Andare per castagne a Genova e dintorni può essere un’attività salutare e divertente da svolgere con bambini....
L’acquedotto genovese, da alcuni denominato “condotto”, è un luogo simbolo della Val Bisagno.
Per chi non lo sapesse, si tratta dell’antica rete di approvvigionamento idrico della città di Genova. Una lunga serie di condutture, ricoperte da lastricati in pietra che percorrono tutta la vallata del Bisagno, arrivando fino al centro cittadino.
Ormai in disuso, oggigiorno è diventato un percorso escursionistico conosciuto, dove moltissime persone si riversano ogni fine settimana.
Non solo residenti, dunque, ma anche molti “turisti”.
Il sentiero è unico. Si può scegliere se imboccarlo a valle o a monte, ma non ci si può perdere, poiché lungo il percorso, ci sono cartelli che guidano lungo le interruzioni.
Si può partire direttamente dai Forti di Genova, e procedere direzione monte, oppure dal quartiere di Prato in direzione valle.
Personalmente vivo l’acquedotto genovese fin da bambina, in quanto giocavo spesso al pomeriggio con mia cugina, che abitava nel quartiere di Molassana.
Luogo a cui sono particolarmente legata, ricco di ricordi spensierati e felici.
Le camminate su e giù per le creuze, la salita Gio Maria Cotella da percorrere correndo dopo aver preso il gelato in società, con gli anziani che giocavano a bocce.
E poi le corse in bicicletta sull’acquedotto, il giocare a nascondino nel piazzale della Chiesa, la casa a tre piani della zia e le partitelle di pallavolo improvvisate con il cancello che fungeva da rete.
Tempi lontani ma sempre vicini nella mia mente, che porto come diapositive stampate nel cuore.
L’acquedotto genovese si può percorrere direzione monte, o direzione mare.
Ma con questa prefazione emotiva, potrete ben immaginare da dove vi consiglio di partire: MOLASSANA.
Ed è proprio da Via San Felice che iniziamo il nostro percorso. Per chi non è del quartiere, consiglio di andare a parcheggiare l’auto nei dintorni di Via Olivo o vicino alla Chiesa di Molassana alta.
Una volta lasciata l’auto, se decidete di tornare indietro lungo l’acquedotto genovese, farete una decina di minuti di cammino prima di poter arrivare al Ponte Sifone sul Geirato, che è visitabile in alcuni giorni dell’anno*.
Si può passare a piedi e da lì si arriva direttamente all’altra collina, dove l’acquedotto prosegue con qualche interruzione, attraversando i quartieri collinari di Pino, poi camminerete alle spalle di San Gottardo, Preli ed infine da qui potete procedere direzione Righi, da dove partono altri sentieri escursionistici ( tra cui quelli ai Forti di Genova ).
Il percorso è per lo più pianeggiante, con qualche piccolo dislivello. Tempo stimato per arrivare al Righi almeno 2/3 ore.
*In caso il Ponte Sifone sul Geirato non fosse aperto conviene partire sul condotto a Pino oppure nel quartiere di San Gottardo, lasciando la macchina in cima a Via Giulia de Vincenzi.
Il percorso è adatto a famiglie con bambini, non sono presenti punti di ristoro lungo la via.
Anche in questo caso lasciamo l’auto a Molassana, potete trovare posto lungo Via San Felice vicino alla Bullonital (una vecchia fabbrica che troverete salendo sulla vs. destra ) e da qui imboccherete la creuza Salita Gio Maria Cotella, che vi porterà dritti dritti sul condotto.
Dovrete procedere direzione Prato e comincerete un percorso di circa un paio d’ore prima di arrivare a destinazione.
Anche qui il cammino è pianeggiante e adatto a grandi e piccini.
Lungo il percorso trovate in fase di partenza un piccolo agri-bar denominato Maixei, dove poter sostare, magari al ritorno.
E’ un posto molto carino, dove gustare aperitivi, merende e per chi è con bambini ci sono anche galline, pecore e maialini, una piccola fattoria insomma.
Quando abbiamo fatto noi il percorso, ci eravamo presi un po’ di pizza e focaccia e ci siamo fermati a sostare ai giardinetti che si trovano a San Siro di Struppa. Un’idea un po’ diversa.
La bambina ha giocato e noi ci siamo rilassati durante il tragitto.
Tempo di percorrenza circa 2 ore andata + 2 ore al ritorno.
Nonostante lo frequento fin da piccola, la gita sull’acquedotto si è rivelata una meravigliosa scoperta.
Procedendo verso Prato si ammirano campi coltivati, alberi in fiore…e magicamente il mondo a noi conosciuto sembra più distante, ovattato.
La strada appare solo in lontananza, ed al posto dello smog e del caos si ode solo il rumore dei passi sul selciato, ed il profumo inebriante della natura.
Attraversiamo ponti incredibili, e angoli sconosciuti.
Per quanto mi riguarda l’acquedotto genovese è un sentiero naturalistico di gran valore, accessibile ai più.
E proprio per questo va valorizzato e preservato.
L’antico acquedotto genovese è un luogo vicino, di quelli che spesso vengono snobbati, ma che merita di esser visitato.
La primavera e l’autunno sono le stagioni migliori per pensare ad una gita.
I residenti nel quartiere lo utilizzano come luogo quotidiano per passeggiate, running e biciclettate tra bambini.
Come biasimarli?!
“In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.”
(John Muir)